Dopo il Vangelo ha proposto la lettura di una parte del discorso che Giovanni Paolo II ha indirizzato alle donne e che bene interpreta quanto sia dovuto alle donne in quanto tali, in quanto madri, spose, figlie, sorelle, consacrate, lavoratrici. Ecco il testo:
"Il punto di partenza di questo
ideale dialogo non può che essere il grazie. La Chiesa – scrivevo nella Lettera
Apostolica Mulieris dignitatem – desidera ringraziare la santissima Trinità per
il mistero della donna, e, per ogni donna, per ciò che costituisce l’eterna
misura della sua dignità femminile, per le “grandi opere di Dio” che nella
storia delle generazioni umane si sono compiute in lei e per mezzo di lei.
Il grazie al Signore per il suo
disegno sulla vocazione e la missione della donna nel mondo, diventa un
concreto e diretto grazie alle donne, a ciascuna donna,per ciò che ella
rappresenta nella vita dell’umanità. Grazie a te donna madre, che ti fai grembo
dell’essere umano nella gioia e nel travaglio di un’esperienza unica, che ti rende
sorriso di Dio per il bimbo che viene alla luce, ti fa guida dei suoi primi
passi, sostegno della sua crescita, punto di riferimento nel successivo cammino
della vita. Grazie a te, donna sposa, che unisci irrevocabilmente il tuo
destino a quello di un uomo, in un rapporto di reciproco dono, a servizio della
comunione e della vita. Grazie a te, donna figlia e donna sorella, che porti
nel nucleo famigliare e poi nel complesso della vita sociale le ricchezze della
tua sensibilità, della tua intuizione, della tua generosità e della tua
costanza. Grazie a te , donna lavoratrice,impegnata in tutti gli ambiti della
vita sociale, economica, culturale, artistica, politica per l’indispensabile
contributo che dai all’elaborazione di una cultura capace di coniugare ragione
e sentimento, ad una concezione della vita sempre aperta al senso del
“mistero”, alla edificazione di strutture economiche e politiche più ricche di
umanità. Grazie a te donna consacrata , che sull’esempio della più grande delle
donne, la Madre di Cristo, Verbo incarnato, ti apri con docilità e fedeltà
all’amore di Dio, aiutando la Chiesa e l’intera umanità a vivere nei confronti
di Dio una risposta “sponsale”, che esprime meravigliosamente la comunione che
Egli vuole stabilire con la sua creatura. Grazie a te, donna, per il fatto
stesso che sei donna! Con la percezione che è propria della tua femminilità, tu
arricchisci la comprensione del mondo e contribuisci alla piena verità dei
rapporti umani.
OMISSIS
Del resto proprio nella linea di
questa economia di segni anche se fuori dell’ambito sacramentale, non è di poco
conto la “femminilità” vissuta su modello sublime di Maria. C’è infatti nella
“femminilità” della donna credente, e in specie di quella “consacrata” una
sorta di “profezia” immanente, un simbolismo fortemente evocativo, si direbbe
una pregnante “iconicità”, che si realizza pienamente in Maria e ben esprime l’essere
stesso della Chiesa in quanto comunità consacrata con l’assolutezza di un cuore
“vergine”,per essere “Sposa” del Cristo e “Madre” dei credenti. In questa
prospettiva di complementarietà “iconica” dei ruoli maschile e femminile,
vengono meglio poste in luce due dimensioni imprescindibili della Chiesa: il
principio “mariano” e quello “apostolico pietrino”."
La giornata si è conclusa con una simpatica riunione conviviale, con la degustazione di prelibati piatti delle eccezionali cuoche della nostra parrocchia, alle quali è andato il plauso dei pochi uomini presenti!