Il tema trattato durante l’incontro del
24 febbraio è stato “I Magi e L’accoglienza”.
Dopo aver organizzato la riuscitissima
animazione dei circa 10 bambini, il parroco Don Andres ha introdotto l’incontro
con un momento di preghiera. Poi abbiamo visto ed ascoltato la riflessione del
nostro vescovo sul vangelo di Matteo 2, 1-22, direttamente dal sito della
diocesi (che potete trovare nel sito www.diocesidimacerata.it, sotto la
cartella Ufficio Famiglia, Dicembre 2015 – 2^ catechesi
famiglie). Il gruppo di partecipanti era
particolarmente assortito perché sono confluite sia coppie giovani che coppie
meno giovani (una addirittura con oltre 50 anni di matrimonio), nonché single,
le cui mogli o mariti, non erano potuti intervenire, consacrate e vedovi. Data
la grande affluenza, ci siamo divisi in tre gruppi per riflettere sulle figure
emergenti nella lettura del vangelo: i Magi, il re Erode e i saggi. Facendo
sintesi, le riflessioni emerse sono state queste:
1° gruppo:
“L’aspetto
più interessante è stato l’aver fatto esperienza concreta di reciproco
ascolto e accoglienza fraterna all’interno del gruppo.
Le
parole del Vangelo e la riflessione del Vescovo hanno provocato la nostra
riflessione orientandola in particolare sull’atteggiamento dei Magi: uomini in
ricerca, non ‘seduti’ sulle proprie conoscenze, ma pronti a mettersi in
viaggio, perseveranti quando la stella/guida si nasconde, attenti ai “segni” e
fiduciosi.
Ci
siamo interrogati su quanto questo sia anche il nostro atteggiamento interiore
nella vita di tutti i giorni: siamo attenti o distratti da molte cose? Siamo
attenti alle novità o arroccati nelle nostre abitudini/sicurezze? Abbiamo
l’attitudine a cercare in noi quella stella/guida posta nel nostro cuore da Dio
fin dal nostro Battesimo? Riusciamo, nei periodi bui, a essere attenti
alle “stelle” che il Signore ci pone accanto (amici, creato, guide...) e
crediamo di poter essere anche noi delle piccole stelle di orientamento?
Tutto
questo è scaturito dal racconto delle esperienze e fatiche quotidiane, vissute
in famiglia e nell’ambiente di lavoro”.
2° gruppo:
“Sono state esaminate tutte e
tre le figure evidenziate nella riflessione del Vescovo: Erode, i saggi della scrittura
e i Magi. Nel nostro vivere quotidiano spesso si cerca nel rapporto con gli
altri la convenienza e quindi la figura che risalta di più è quella di Erode. L'ascolto
della Parola sicuramente ci interroga e ci mette di fronte alle nostre
responsabilità nei confronti dell'altro, del “diverso”.
Le difficoltà di accoglienza
nella comunità di Betlemme, incontrate da Maria e Giuseppe, possono essere messe
in parallelo con quelle delle persone che ogni giorno arrivano nelle nostre
terre e si scontrano con le tante figure rappresentanti “il re Erode” che
esistono nella nostra società, che rimangono in prolungata attesa nel pensare
cosa fare per la vita di queste persone, che nel frattempo, purtroppo, si
conclude in tragedia.
Abbiamo posto in evidenza come
ci confrontiamo quotidianamente con le tre figure: in famiglia, nella società,
nel mondo del lavoro.
La conoscenza, che è
raffigurata nei saggi, spesso pensiamo che ci possa aiutare ad affrontare le
situazioni ma a volte ci rendiamo conto che questo non basta, forse dobbiamo
lasciarci guidare dalla stella ed essere fiduciosi nel futuro, soprattutto nel
rapporto con i figli.
I magi, al contrario, sono
alla ricerca con un cuore generoso, più predisposti alla novità e alla
speranza. Accogliere significa uscire dalla nostra quotidianità e andare a
cercare l'altro nelle periferie del mondo (come dice Papa Francesco).
Accogliere è imparare a non
giudicare mai.
L'atteggiamento che ci
impedisce oggi di accogliere è la paura, perché nel momento in cui accogliamo l'altro
mostriamo la parte più intima di noi e questo ci spaventa. Accogliere è mettersi
alla prova ogni giorno facendo i conti con i nostri limiti ma anche gioire dei
nostri piccoli successi inaspettati. Le persone che riescono ad accogliere
meglio sono i nostri figli, perché hanno meno barriere e pregiudizi rispetto a
noi adulti.
Si
scoprirà così che “accogliere” è anche sentirsi accolti da chi si accoglie.”
3° gruppo:
“La discussione è stata molto stimolante.
Sono emerse le situazioni concrete vissute nel quotidiano. I tre riferimenti
del video del vescovo, cioè Erode, i Sapienti e i Re Magi sono stati
approfonditi in relazione alla coppia e alla famiglia.
Il
viaggio della coppia nel matrimonio è stato paragonato al viaggio dei re Magi:
questi hanno seguito la stella, un viaggio lungo, pieno di ostacoli, ma la loro
fede, il loro obiettivo, la loro disponibilità a sobbarcarsi le difficoltà, la
loro capacità di fronteggiare gli imprevisti hanno consentito di raggiungere la
meta. Allo stesso modo la coppia che, seppure costruisce il matrimonio sulla
roccia, deve comunque seguire un itinerario non in discesa, colmo di curve e di
salite, con le quali è necessario fare i conti. Non può prescindere dall’amore,
ma questo deve essere conservato con l’accoglienza dell’altro, vedendo
nell’altro non un riempimento o uno strumento della propria vita, ma il
soggetto che contribuisce alla navigazione della famiglia in qualsiasi mare.
Ciò comporta un passo indietro, un passo a lato, un fare spazio all’altro,
mettendo da parte l’Erode che è in noi, accantonando i sapienti che sono in noi e facendo emergere
i Re Magi con i loro cuori e i loro sentimenti. Abbiamo riflettuto su quanto spesso
siano i figli che “assomigliano” per atteggiamento ai Re Magi perché dalla
purezza dei giovani emerge la vittoria dei sentimenti e dell’altruismo.
Un’altra considerazione meritevole di
approfondimento è l’affievolimento
dell’amore nel corso degli anni. In questo caso l’amore deve diventare una
scelta, una scelta necessaria per garantire l’indissolubilità del matrimonio,
anche nella consapevolezza dei doveri che i genitori hanno nei confronti dei
figli. Quest’ultima considerazione si sposa con un’altra che vede con il
trascorrere degli anni il sorgere di un feeling nella coppia, che quando si
ritrova la sera a casa considera lo stare insieme una festa e per comprendersi
non sono necessari gesti o parole, basta un’occhiata, per capire il pensiero e lo stato d’animo dell’altro.
Le
varie fasi del matrimonio possono riservare sorprese, ma la meta della famiglia
è la piena condivisione della coppia che effettivamente diventa una sola cosa.”
Dopo il lavoro nei gruppi siamo ritornati
insieme e ci siamo scambiati vicendevolmente quanto emerso nelle riflessioni
fatte.
Prima di salutarci, compiti a casa!
È stato distribuito un foglio nel
quale erano raffigurati: “La torta dell'accoglienza”
dove trascrivere ciò che ci ha colpito di più nelle tre figure del vangelo e
quanto i loro atteggiamenti sono vissuti da noi ogni giorno; e “I segni dell’Accoglienza” raffigurata da
una stella cometa, nella cui coda siamo stati invitati a trascrivere nel tempo
che intercorre fino al prossimo incontro, i fatti quotidiani in cui ci siamo
sentiti accolti o abbiamo accolto.
Per chi non ha potuto partecipare
domenica all'incontro, alleghiamo i due schemi che si possono stampare e
consegnare al parroco perchè l'intenzione finale è quella di raccogliere al
prossimo incontro tutte le stelle comete, in forma anonima, contenenti i
momenti importanti della nostra vita di tutti i giorni, farne un cartellone e
donarlo alla parrocchia come segno di una comunità che cammina.
Il prossimo appuntamento lo abbiamo
pensato per fine febbraio 2016.
Seguirà comunicazione più precisa.
È stata proprio una bella serata che
si è conclusa con una merenda cena condivisa, nella quale abbiamo sperimentato
le capacità dietro ai fornelli di persone che mai avremmo pensato sapessero
cucinare con tanta maestria.
Abbiamo anche sperimentato la
voracità dei bambini, oltre a quella di
noi adulti.
Grazie a tutti per la vostra
partecipazione e a presto!