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mercoledì 9 marzo 2016

La serata della festa della donna

La messa delle 18,30 dell'8 marzo, come preannunciato, è stata dedicata alle donne della parrocchia e l'affluenza è stata quella delle messe festive. Don Andres ha avuto parole molte significative nei confronti delle donne, il cui valore in ogni campo va - ha detto - evidenziato.
Dopo il Vangelo ha proposto la lettura di una parte del discorso che  Giovanni Paolo II ha indirizzato  alle donne e che bene interpreta quanto sia dovuto alle donne in quanto tali, in quanto madri, spose, figlie, sorelle, consacrate, lavoratrici. Ecco il testo:

"Il punto di partenza di questo ideale dialogo non può che essere il grazie. La Chiesa – scrivevo nella Lettera Apostolica Mulieris dignitatem – desidera ringraziare la santissima Trinità per il mistero della donna, e, per ogni donna, per ciò che costituisce l’eterna misura della sua dignità femminile, per le “grandi opere di Dio” che nella storia delle generazioni umane si sono compiute in lei e per mezzo di lei.
Il grazie al Signore per il suo disegno sulla vocazione e la missione della donna nel mondo, diventa un concreto e diretto grazie alle donne, a ciascuna donna,per ciò che ella rappresenta nella vita dell’umanità. Grazie a te donna madre, che ti fai grembo dell’essere umano nella gioia e nel travaglio di un’esperienza unica, che ti rende sorriso di Dio per il bimbo che viene alla luce, ti fa guida dei suoi primi passi, sostegno della sua crescita, punto di riferimento nel successivo cammino della vita. Grazie a te, donna sposa, che unisci irrevocabilmente il tuo destino a quello di un uomo, in un rapporto di reciproco dono, a servizio della comunione e della vita. Grazie a te, donna figlia e donna sorella, che porti nel nucleo famigliare e poi nel complesso della vita sociale le ricchezze della tua sensibilità, della tua intuizione, della tua generosità e della tua costanza. Grazie a te , donna lavoratrice,impegnata in tutti gli ambiti della vita sociale, economica, culturale, artistica, politica per l’indispensabile contributo che dai all’elaborazione di una cultura capace di coniugare ragione e sentimento, ad una concezione della vita sempre aperta al senso del “mistero”, alla edificazione di strutture economiche e politiche più ricche di umanità. Grazie a te donna consacrata , che sull’esempio della più grande delle donne, la Madre di Cristo, Verbo incarnato, ti apri con docilità e fedeltà all’amore di Dio, aiutando la Chiesa e l’intera umanità a vivere nei confronti di Dio una risposta “sponsale”, che esprime meravigliosamente la comunione che Egli vuole stabilire con la sua creatura. Grazie a te, donna, per il fatto stesso che sei donna! Con la percezione che è propria della tua femminilità, tu arricchisci la comprensione del mondo e contribuisci alla piena verità dei rapporti umani.
OMISSIS
Del resto proprio nella linea di questa economia di segni anche se fuori dell’ambito sacramentale, non è di poco conto la “femminilità” vissuta su modello sublime di Maria. C’è infatti nella “femminilità” della donna credente, e in specie di quella “consacrata” una sorta di “profezia” immanente, un simbolismo fortemente evocativo, si direbbe una pregnante “iconicità”, che si realizza pienamente in Maria e ben esprime l’essere stesso della Chiesa in quanto comunità consacrata con l’assolutezza di un cuore “vergine”,per essere “Sposa” del Cristo e “Madre” dei credenti. In questa prospettiva di complementarietà “iconica” dei ruoli maschile e femminile, vengono meglio poste in luce due dimensioni imprescindibili della Chiesa: il principio “mariano” e quello “apostolico pietrino”."
La giornata si è conclusa con una simpatica riunione conviviale, con la degustazione di prelibati piatti delle eccezionali cuoche della nostra parrocchia, alle quali è andato il plauso dei pochi uomini presenti!