Il tema centrale è stato: "Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò"
La conclusione dell'anno liturgico porta a passi del Vangelo che rivelano immagini apocalittiche, ma questo lungi dal doverci intimorire deve riempirci di Speranza nella consapevolezza della fedeltà agli uomini di Dio, che non abbandona alla morte i suoi figli: la vita eterna a noi promessa è il segno della Carità di Dio per noi!
Questa consapevolezza determina non solo la Speranza, che incide oggi nella nostra vita terrena, ma anche la convinzione che la terra non è una dimora permanente, ma una tappa di un viaggio eterno.
Allora il cristiano non può estraniarsi dalla vita terrena e attendere passivo la vita ultraterrena, al contrario deve essere impegnato come persona nell'incremento, nella riuscita, nella salvezza del mondo, creato da Dio "per mezzo di Lui sono state fatte tutte le cose e in Lui trovano la loro consistenza" (dal Salmo 15).
In questo compito il cristiano ha una forza che non lo fa cadere nell'angoscia e nella paura o nella depressione o nell'allarmismo per inondazioni o terremoti, per crisi economiche e sociali, per violenze e guerre perché è Gesù il Signore della storia, Lui la conduce e la guida verso il suo compimento!